Il mare

L’artista crea genialmente le sue opere dall’assemblaggio dei rifiuti del mare.

di Michel Dessì

Come Poseidone e anche di più Francesco Colozzo è il Re del mare. Del suo mare. Di quelle onde che ogni giorno gli regalano la materia prima per creare le sue opere.

È un artigiano, Colozzo. Senza alcuna velleità artistica che, invece, il mondo gli riconosce.

Le sue creazioni nascono dall’assemblaggio dei rifiuti che il mare generosamente gli dona. Barattoli di latta, coltelli arrugginiti, rami secchi, tappi di plastica, qualche vecchio cassetto. Gli basta. Si sente attratto, quasi chiamato da quei rifiuti portati dal mare. Giacciono sulla spiaggia. Rappresentano l’inciviltà dell’essere umano. Lui li va a cercare. Scruta pazientemente la sabbia fino all’orizzonte. Fin quando non trova i pezzi adatti. Li raccoglie gelosamente e li porta con sé nella sua casa laboratorio. E lì, dà loro nuova vita. Nuova forma. Assegna loro un compito importante: trasmettere l’amore e il rispetto per la natura. È il messaggio che Francesco manda al mondo attraverso le sue creature.

“La vedo la gente quando osserva le mie opere. Sorride, riflette. Apprezza. Questo mi appaga.” Lui è un eco-artista autodidatta. Non l’ha imparato da nessuno il mestiere. Non ha maestri, né guide. Fin da piccolo era attratto dal mondo dell’arte. Gli piaceva osservare dipinti e sculture, ma non ha mai avuto voglia di studiare o di frequentare dei corsi specifici. Ha fatto tutto da sé. Si è creato la sua arte, il suo mezzo per comunicare e diffondere un messaggio di rispetto verso l’ambiente e gli esseri viventi. E lo fa rappresentando con le sue opere la morte causata dall’inquinamento e la possibilità di nuova vita dei materiali attraverso il riciclo.

Francesco, dunque, rifiuta qualsiasi dogma o tecnica precostituita. Gli piace essere libero di creare ciò che desidera senza seguire una scuola o un pensiero. Non ha una tecnica particolare. Combina e monta i tanti materiali di scarto recuperati. Non sa cosa andrà a creare. Lavora per se stesso. Ne sente il bisogno. Vive come un eremita a pochi metri dal mare. A San Vito Chietino, in Abruzzo. A lui basta la Costa dei Trabocchi per trovare l’ispirazione. Come la trovò Gabriele d’Annunzio, che, proprio grazie alla magia di quei luoghi tra Francavilla al Mare e San Vito Chietino, scrisse e ambientò parte de Il trionfo della morte.

Francesco ha cominciato a fare arte nel 1993, ha reso pubbliche le sue opere grazie all’incoraggiamento di un amico. Era intimorito dall’idea che qualcuno potesse giudicare le sue sculture. Oggi è un artista apprezzato. Va avanti con fatica, Francesco, ma la sua arte e il suo mare sono la sua vita. Senza morirebbe.

Il Giornale Off